Il cuore di tutto il Messaggio che la SS. Vergine ha rivelato a Manduria è quello di vivere ed amare Gesù presente e nascosto nei mistici veli eucaristici. In cerca di anime-ostie riparatrici, la Madonna, nel Suo Inno Eucaristico alla Chiesa, ci presenta Gesù come presenza viva nel Santissimo Sacramento in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

Nella Sapienza Rivelata del Dio Vivente possiamo dissetarci dei dialoghi celesti per meglio comprendere e vivere la devozione a Gesù Eucaristia, Cuore del Messaggio di Riparazione Eucaristica voluto a Manduria.

Vogliamo di seguito sottoporvi un ulteriore spunto riflessivo per approfondire ancor di più il mistero d’Amore di cui Gesù si è fatto dono.

 

[…] Che cos’è l’Eucaristia? È Dio fra noi. È il Signore Gesù presente nei Tabernacoli delle nostre Chiese con il Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità. È Gesù velato dalle apparenze del pane, ma realmente, fisicamente presente nelle Ostie consacrate per dimorare in mezzo a noi, operare in noi, per noi, a nostra disposizione. Gesù Eucaristico è il vero “Emanuele”, ossia “Dio con noi” (Matt. 1, 23).

“La fede della Chiesa – ci insegna S. Pio XII – è questa: che uno e identico è il Verbo di Dio e il Figlio di Maria, che soffrì sulla croce, che è presente nella Eucaristia, che regna nel Cielo”.

Gesù Eucaristico è fra noi come fratello, come amico, come sposo delle nostre anime. Egli vuol venire in noi per essere il nostro cibo di vita eterna, il nostro amore, il nostro sostegno; vuole incorporarci a Sé per essere il nostro Redentore e Salvatore, Colui che ci porta nel Regno dei cieli per immergerci nell’eternità dell’Amore.
Con l’Eucaristia Dio ci ha dato veramente tutto. S. Agostino esclama: “Dio essendo onnipotente non poté dare di più; essendo sapientissimo non seppe dare di più; essendo ricchissimo non ebbe da dare di più”.
Andiamo all’Eucaristia, quindi. Avviciniamoci a Gesù che vuol farsi nostro per farci Suoi divinizzandoci. “Gesù cibo delle anime forti – esclamava S. Gemma Galgani – fortificami, purificami, divinizzami”. Accostiamoci all’Eucaristia con cuore puro e ardente. Come i Santi. Non sia mai troppa la nostra cura per conoscere questo Mistero ineffabile. La meditazione, lo studio, la riflessione sull’Eucaristia trovino spazio di tempo geloso nel quotidiano avvicendarsi delle nostre ore. Sarà il tempo più benedetto della nostra giornata.

Per scoprire almeno qualcosa delle ricchezze sterminate racchiuse nel mistero eucaristico, impegnamoci in un triplice esercizio costante e unitario: esercizio della mente, del cuore, della volontà.

1) Esercizio della mente: ossia la meditazione attenta e ordinata sull’Eucaristia, fatta su libri che ci portino alla scoperta e all’approfondimento personale di questo mistero d’amore.[…]

Andiamo soprattutto alla scuola di S. Pietro Giuliano Eymard, che fu impareggiabile apostolo dell’Eucaristia. Portare tutti all’Eucaristia fu la sua vocazione e missione. Quando fondò la Congregazione dei Sacerdoti del SS. Sacramento, egli offrì la sua vita per il Regno Eucaristico di Gesù e scrisse allora le ardenti parole: “Eccovi, o caro Gesù, la mia vita: eccomi pronto a mangiare pietre, a morire abbandonato, pur di riuscire a innalzarvi un trono, a darvi una famiglia di amici, un popolo di adoratori”.[…]

“L’Eucaristia – esclama S. Pietro G. Eymard – è la suprema manifestazione dell’amore di Gesù: dopo di essa non c’è più che il cielo”. Eppure, quanti di noi cristiani ignoriamo ancora la portata immensa dell’Amore contenuto nell’Eucaristia!

2) Esercizio del cuore. Se ogni cristiano deve amare Gesù Cristo (“Chi non ama il Signore Gesù sia maledetto”: 1 Cor. 16, 22), l’amore verso l’Eucaristia dovrebbe essere spontaneo e sempre vivo in tutti. Ma anche l’amore esige l’esercizio. Bisogna esercitare il cuore a desiderare il vero Bene, a bramare “l’Autore della vita” (Att. 3, 15).
La S. Comunione rappresenta il vertice di questo esercizio d’amore che si consuma nell’unione fra il cuore della creatura e Gesù.[…]

Quando S. Margherita Maria Alacoque lasciò il mondo e si consacrò a Dio nel monastero, fece un voto particolare e lo scrisse con il suo sangue: “Tutto per l’Eucaristia: nulla per me”. Inutile tentar di descrivere l’amore struggente della Santa per l’Eucaristia. Quando non poteva comunicarsi, usciva in accenti d’affetto bruciante come questi: “Ho un tale desiderio della S. Comunione, che, se fosse necessario camminare a piedi nudi sopra una strada di fuoco per giungervi, lo farei con indicibile gioia”.

  1. Caterina da Siena diceva spesso al suo Confessore: “Padre, ho fame: per l’amore di Dio date a questa anima il suo nutrimento, Gesù Eucaristico”; oppure, confidava: “Quando non posso ricevere il Signore, vado in Chiesa, ed ivi Lo guardo… Lo guardo ancora…: e questo mi sazia”.

Questo si chiama “esercizio del cuore”.

3) Esercizio della volontà. La volontà deve esercitarsi nel tradurre in vita le divine lezioni dell’Eucaristia. A che servirebbe scoprire il valore infinito dell’Eucaristia (con la meditazione) per cercare di amarla (con la S. Comunione), se poi non ci si applica a viverla?

L’Eucaristia è lezione di amore indicibile, di immolazione totale, di umiltà e nascondimento senza pari, di pazienza e dedizione illimitate. Cosa facciamo noi? Dobbiamo pur realizzare qualcosa! Possibile che Gesù ci ha amato e ci ama “fino all’eccesso” (Giov. 13, 1), e noi restiamo indifferenti e inerti? No, Gesù, non sia più così!
Se ci sentiamo deboli e fragili, ricorriamo a Lui, diciamolo a Lui e cerchiamo da Lui senza indugi l’aiuto e il sostegno, perché è proprio Lui che ha detto: “Senza di Me non potete far nulla” (Giov. 15, 5). Ma innanzitutto andiamo da Lui! “Venite a Me… e lo vi ristorerò” (Matt. 11, 28). Andiamo a visitarlo spesso, entrando in Chiesa ogni volta che possiamo e sostando un po’ di tempo presso il Tabernacolo, vicini vicini a Lui col cuore e col corpo. Erano ansia costante dei Santi la “Visita” a Gesù Eucaristico, l’ora di Adorazione eucaristica, le Comunioni Spirituali, le Giaculatorie, gli atti di amore a gettito spontaneo e vivace. Quanto bene ne ricevevano e quanto ne trasmettevano! […]

Pensando all’Eucaristia, S. Giovanni Crisostomo chiese una volta durante la predica: “Come potremmo fare noi dei nostri corpi un’ostia?”. E rispose lui stesso: “I vostri occhi non guardino nulla di cattivo, e avrete offerto un sacrificio; la vostra lingua non preferisca parole sconvenienti, e avrete fatto un’offerta; la vostra mano non commetta peccato, e avrete compiuto un olocausto”.

Pensiamo agli occhi di S. Coletta, sempre bassi e raccolti in soave modestia; perché? “I miei occhi li ho riempiti di Gesù che ho fissato all’elevazione dell’Ostia nella S. Messa, e non voglio sovrapporGli nessun’altra immagine”.
Pensiamo al riserbo e all’edificazione dei Santi nel parlare, usando esattamente la lingua consacrata dal contatto con il Corpo di Gesù.

Pensiamo alle opere buone che le anime innamorate dell’Eucaristia hanno compiuto, perché Gesù comunicava loro i suoi stessi sentimenti di amore a tutti i fratelli, specialmente ai più bisognosi.

Non potremmo anche noi esercitare così la nostra volontà? Impariamo dai Santi, e mettiamoci all’opera.

(Cfr “Gesù Eucaristico Amore” di P. Stefano M. Manelli – Ed. Casa Mariana)

“Figlioli, quando in voi regnerà l’amore scoprirete che Gesù Eucaristia è la Luce della vostra vita, senza la quale siete nelle tenebre …” (23.10.2000)

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