La figura del Beato Giovanni Paolo II riveste un ruolo importante nel Messaggio di Manduria. Ce lo ricorda principalmente il suo stemma pontificio impresso sulla vesta della Vergine dell’Eucaristia! Su di lui la Madonna dice:

“La tenebra diverrà sempre più fitta in questo tempo. Seguite il Papa ed il suo richiamo, che ho formato dalla voce del Mio Gesù”(23.12.1998)

Su di lui così si è scritto:

“Giovanni Paolo II, il “grande” Papa che ha tracciato un solco profondo nella storia non solo del XX secolo ma anche dell’intera umanità, contribuendo in modo significativo alla causa della pace nel mondo e soprattutto al ritorno a Dio di tanti nostri fratelli e sorelle. Egli è stato davvero il tralcio che unito alla Vite ha prodotto molto frutto. (…)

Fin dagli anni della sua giovinezza Karol Wojtyla ha avuto una profonda devozione verso l’Eucaristia, traendone grandi frutti spirituali sia per se stesso che per gli altri. Parlando a un gruppo di giovani (…), infatti, egli così confidava: “Vi assicuro il mio ricordo al Signore durante la celebrazione della Santa Messa e l’adorazione eucaristica che, fin dagli anni della giovinezza, pratico costantemente. Sappiate che ne ho sempre tratto grandi frutti di bene, non soltanto per me personalmente, ma anche per tutti coloro che la divina Mise­ricordia mi ha affidato”. Nella Ecclesia de Eucharistia (n. 25) si lasciava andare ad una dolce confidenza a proposito della sua pratica della visita al SS.mo Sacramento, fonte certa di sostegno: “È bello intrattenersi con Lui e, chinati sul suo petto come il discepolo prediletto, essere toccati dall’amore intimo del suo cuore. Se il cristianesimo deve distinguersi, nel nostro tempo, soprattutto per l’ “arte della preghiera”, come non sentire un rinnovato bisogno di trattenersi a lungo, in spirituale conversazione, in adorazione silenziosa, in atteggiamento di amore, davanti a Cristo presente nel Santissimo Sacramento? Quante volte, miei fratelli e sorelle, ho fatto questa esperienza, e ne ho tratto forza, consolazione, sostegno!”. (…)

Non era assente in lui lo spirito di riparazione eucaristica, come egli stesso invitava a fare nella lettera di indizione dell’Anno Eu­caristico: stare davanti al Santissimo Sacramento, “riparando con la nostra fede e il nostro amore le trascuratezze, le dimenti­canze e persino gli oltraggi che il nostro Salvatore deve subire in tante parti del mondo”(MND, 18), parole che rievocano quelle pronunciate dall’Angelo ai tre pastorelli di Fatima nel lontano 1916.

Un momento molto importante nel rapporto con l’Eucaristia è il ringraziamento dopo aver ricevuto la S. Comunione. È, questa, una “buona occasione per trattare i nostri interessi” con il Signore, come insegnava S. Teresa d’Avila alle sue monache. In quel momento Gesù “ha le mani piene di grazie di ogni genere”e desidera “donarle all’anima”, come rivelava Egli stesso ad una Santa molto conosciuta da Giovanni Paolo II, santa Faustina Kowalska, l’apostola della Divina Misericordia. Era bello vedere il Papa assorto in preghiera dopo la S. Comunione. Chissà quali intime confidenze e quante grazie implorate al Cuore del Maestro Divino. Nella lettera agli anziani c’è un riferimento fugace a questo momento: “… mi sale spesso alle labbra… l’intima preghiera che il sacerdote recita dopo la celebrazione eucaristica: Nell’ora della morte chiamami, e comanda che io venga a te”.Il riferimento è all’antica preghiera dell’Ani­ma Christi: chissà quante volte l’avrà recitata dopo aver ricevuto la S. Comunione! Tutto inizi davanti al Tabernacolo! (…) Quale importanza ha avuto l’Eucaristia nella vita di Giovanni Paolo II: fonte di forza, di consolazione, di grazie, di ispirazioni! Sul suo esempio viviamo contemplando il “Volto” di Cristo, entrando con Lui in una profonda dinamica d’amore … (di P. Alessandro Ricciardi, icms – dalla rivista “Maria di Fatima”).

Come non ricordare poi la sua speciale devozione alla Vergine Maria. Su di Lei tanto ha scritto, tanto ha detto fino al dono totale di sé con il suo “Totus Tuus ego sum Maria!”.

Egli amava ripetere sempre: “contemplando la Vergine Maria, i fedeli scoprono le meraviglie che Dio ha fatto per la sua umile serva e vedono in Lei, Madre della Chiesa e Regina del Cielo, la prefigurazione di ciò che l’umanità è chiamata ad essere, mediante la grazia della salvezza che ci è stata offerta attraverso la morte e la resurrezione del Salvatore. I fedeli che seguono l’esempio di Maria intraprendono un cammino di preghiera e di vita cristiana sicuro; con Lei, scoprono la misericordia del Padre, che si preoccupa di tutti gli uomini, soprattuttodei poveri, dei piccoli e di quanti soffrono” (Lettera in occasione del 50° anniversario delle apparizioni di Banneux (Belgio) del 31 luglio 1999, n. 3).

Maria è dunque esempio per ogni cristiano, essa è modello di fede, di umiltà, di carità da imitare su questa terra “affinché nei grandi avvenimenti, come nelle vicende ordinarie, ci affidiamo interamente al Signore. Con la testimonianza della sua vita, Maria ci incoraggia a credere nel compimento delle promesse divine. Ci richiama allo spirito di umiltà, giusto atteggiamento interiore della creatura verso il Creatore; ci esorta a riporre sicura speranza in Cristo, che realizza appieno il disegno salvifico, anche quando gli eventi appaiono oscuri e sono difficili da accettare. Quale Stella fulgente, Maria guida i nostri passi incontro al Signore che viene” (Angelus dell’8 dicembre 2000, n. 2).  

“Anche noi, oggi, guardiamo a Maria con trasporto amoroso di figli, come al nostro modello. Guardiamo a lei per imparare dal suo esempio a costruire la Chiesa. A questo fine sappiamo di dovere, innanzitutto, crescere sotto la sua guida nell’esercizio della fede. […] Maria ci sta dinanzi come esempio di coraggiosa speranza e di carità operosa: ella camminò nella speranza, passando con docile prontezza dalla speranza giudaica alla speranza cristiana, e attuò la carità, accogliendone in sé le esigenze fino al dono più completo ed al sacrificio più grande” (Omelia ad Efeso del 30 novembre 1979, n. 5)

Infinite volte il Papa si è rivolto a Maria, Madre della Chiesa non soltanto per prenderla come modello di vita, ma anche per affidarsi totalmente a lei: “Siamo qui, davanti a Te, per affidare alla tua premura materna noi stessi, la Chiesa, il mondo intero. Implora per noi il Figlio tuo diletto, perché ci doni in abbondanza lo Spirito Santo, lo Spirito di verità che è sorgente di vita. Accoglilo per noi e con noi” (Atto di Affidamento a Maria dell’8 ottobre 2000, n. 4).

Dopo la morte di Giovanni Paolo II qualcuno ha pensato che il messaggio di Manduria fosse ormai  “decaduto” ma per chi conosce bene il messaggio il pontificato di Giovanni Paolo II rappresenta l’inizio dell’era della “Grande Restaurazione” della Chiesa.

A tal proposito dal Cielo è stato detto sull’attuale Pontefice: “Per voi è Benedetto XVI, per noi è Giovanni Paolo III”, proprio ad indicare la continuità della missione restauratrice. “Viene una grande battaglia che infurierà contro la Chiesa. Non appena il mio Martire Bianco sarà nato al cielo, il novello successore di Pietro dovrà solcare gli oceani tenendo dritta la Nave nella direzione della “fermezza” sulle verità che Cristo vi ha trasmesso” (25.03.2005) 

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