”La devozione al Preziosissimo Sangue – dice il Padre Faber – ha questo di proprio: che lungi dall’usurpare il posto alle altre devozioni, col suo crescere procura maggior spazio a tutte le altre e le ravviva.
Questa devozione si associa nel modo più naturale alla devozione a Maria Santissima e fa entrare i misteri di Maria nei misteri di Gesù. In particolare ha un nesso specialissimo con l’Immacolata Concezione di Maria, quale fonte del Preziosissimo Sangue. Non a caso queste due devozioni ebbero un grande sviluppo simultaneo per opera del Papa Pio IX, che definì il dogma dell’Immacolata e stabilì la festa del Preziosissimo Sangue. L’Immacolata Concezione è la prima e la più grande vittoria della Redenzione operata da Cristo, è la più antica e la più sublime conquista del Preziosissimo Sangue di Gesù”.
D’altra parte, se il Preziosissimo Sangue è causa dell’Immacolata Concezione, perché Maria fu preservata dal peccato originale e da ogni altro peccato in vista dei meriti di Cristo, ne è anche effetto. E’ infatti dal corpo purissimo di Maria che è scaturito il Preziosissimo Sangue di Gesù. Perciò la devozione a Maria e specialmente quella della sua Immacolata Concezione è parte integrante della devozione al Preziosissimo Sangue.

Maria dunque è un dono del Preziosissimo Sangue e questo, a sua volta, è dono di Maria. II Sangue di Cristo è il Sangue di Maria. Gesù è stato la vittima generata, nutrita, preparata da Maria in vista del grande sacrificio. Vista sotto questa luce, quanto ci diventa più amabile la Madonna e come ci sembra ancora più prezioso il Sangue di Gesù!
”La devozione al Preziosissimo Sangue – dice ancora Padre Faber – rende la devozione a Maria parte integrante della nostra devozione a Gesù e fonde insieme le due devozioni. Pone Maria così intimamente sul piano della Redenzione e allo stesso tempo ne esalta talmente il suo singolare splendore che il più sublime linguaggio dei santi, riguardo a Maria, ci appare scontato e facilmente comprensibile”.
“La devozione al Preziosissimo Sangue veste Maria di nuova gloria: in questa devozione Maria esalta Gesù e Gesù esalta Maria. Chi trova un nuovo punto di vista dal quale Maria possa ricevere nuova gloria, ha trovato un nuovo mezzo di santificazione e una nuova forza per amare.”
Guardiamo dunque a Maria più frequentemente da questo punto di vista, sotto questa nuova luce: Maria “frutto” e nello stesso tempo “fonte” del Preziosissimo Sangue.
Ricordiamoci più spesso che questo Sangue, che è scaturito dal suo sangue, è stato posto da Dio nelle sue mani, affinché continui, come già faceva sulla terra e specialmente sul Calvario, a offrirlo all’eterno Padre per implorare misericordia e perdono per tutti i suoi figli bisognosi di salvezza.
Offriamolo anche noi al Padre quel Sangue, e offriamolo facendolo prima passare dalle mani santissime di Maria, perché lei ottenga misericordia per tutti i peccatori e purificazione per tutte le anime del purgatorio.
Considera come il gran dono della perseveranza finale, dono che non possiamo meritare, si può ottenere solo chiedendolo incessantemente a Dio in virtù del Preziosissimo Sangue di Gesù.
Come potrà perdersi un’anima che sta già nelle mani dei Salvatore?
Chi potrà strapparmi dal Cuore del mio Gesù, se sinceramente ho cercato di vivere in Lui tutta la mia vita, con grande devozione al suo Preziosissimo Sangue?
Gesù sembra dirmi: “Tu sei opera delle mie mani e lo sei doppiamente perché ti ho creato e poi ti ho redento col mio Sangue. Non voglio perderti, perché mi sei costato troppo!”.
Solo attraverso il Preziosissimo Sangue di Gesù raggiungeremo sicuramente il porto della vita eterna, perché, come dice S. Paolo: “In Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al Sangue di Cristo” (Ef 2, 13).
Approfittiamo dunque, fin che siamo in tempo, di questo Sangue prezioso e per la sua potente intercessione chiediamo a Dio quanto ci è necessario. […]
Quando sarò davanti a te, ti pregherò di non guardare i miei peccati, ma i meriti di questo Sangue santissimo. Sarà questo Sangue a distogliere i tuoi occhi dai miei peccati, questo Sangue invocherà il perdono per me peccatore.
Beata l’anima che, nel momento dei giudizio, comparirà davanti a Dio rivestita di questo Sangue! Attenderà la sentenza con fiducia, certa che vedrà cancellate dal Sangue di Gesù tutte le sue colpe. Presenterà davanti al trono di Dio i meriti di questo Sangue e in virtù di questi meriti sentirà risuonare una sentenza di vita eterna.
Ma guai a quell’anima che disprezza o ignora questo Sangue! In nient’altro potrà sperare salvezza. Quale sentenza potrà aspettarsi se non quella dell’eterna condanna? Tremenda, ma certa, certissima verità, questa!
Fin che ancora siamo in tempo, in questa vita, purifichiamoci immergendoci in questo mare del Sangue Preziosissimo di Gesù, col più sincero dolore, con fermo proposito, per evitare la terribile sentenza della condanna eterna.
Anche nel tempo della malattia e soprattutto negli ultimi momenti della nostra vita il Sangue di Gesù ci offre salvezza. Gesù agonizzante nel Getsemani ci dà un’immagine di quel supremo momento in cui la nostra anima si separerà dal corpo. Dolori per il corpo e per l’anima: le ultime decisive tentazioni.
Anche per Gesù fu dura lotta, tanto che pregò il Padre suo di allontanare da lui quel calice colmo di amarezza. Pur essendo Dio non cessava di essere uomo e di soffrire come uomo.
Per noi sarà più dura, perché ai dolori si aggiungerà il timore del giudizio di Dio. Dove troveremo la forza di cui avremo bisogno in quei momenti?
La troveremo nel Sangue di Gesù, nostra unica difesa nell’ultima prova. II sacerdote pregherà su di noi e ci ungerà con l’Olio di salvezza, perché la potenza del demonio non vinca sulla nostra debolezza e gli angeli ci portino tra le braccia del Padre. Per ottenerci perdono e salvezza il sacerdote non farà appello ai nostri meriti, ma ai meriti guadagnatici dal Sangue di Gesù.
Quanta gioia, pur nel dolore, al pensiero che, grazie a quel Sangue, potrà aprirsi anche per noi la porta del cielo!
Col sacramento dell’Ordine sono creati i sacerdoti il cui compito è quello di consacrare, di offrire l’Ostia immacolata, di istruire il popolo sulla dottrina di Gesù, in una parola: di far rivivere nella Chiesa lo stesso Gesù e il suo ministero di salvezza. Il sacerdote, per i poteri che ha, può essere collocato più in alto degli angeli.[…] Ministro dunque del Sangue di Cristo!… questo è ogni sacerdote. Quale grandezza si nasconde in un povero uomo!
Nel sacrificio della Messa il Signore Gesù continua a offrire, per le mani dei sacerdote, il suo Preziosissimo Sangue con gli stessi scopi per cui lo ha versato sulla croce e cioè:
•    per dare a Dio degna adorazione (fine latreutico);
•    per ringraziarlo dei suoi benefici (fine eucaristico);
•    per placare la giustizia divina (fine espiatorio);
•    per ottenere le grazie di cui abbiamo bisogno (fine impetratorio).

L’apostolo Paolo parlando di questo sacramento lo definisce “grande” in rapporto a Cristo e alla Chiesa, della cui stretta unione è un’immagine viva. […]Questo sposalizio di Gesù con la sua Chiesa è reso visibile dal Matrimonio che l’uomo celebra con la sua sposa. […]
Nel sacrificio della Messa il Signore sparge il suo Sangue sugli sposi perché da questo Sangue possano attingere la capacità di amarsi e di amare insieme Dio e il prossimo come lui ci ha amati.
Se viviamo nella verginità, uniamoci a lui più strettamente. Se siamo sposati santifichiamo la nostra unione per essere immagine vivente dell’unione di Gesù con la Chiesa, sua sposa.


Don Alberto Abreu 
(www.pietrascartata.com)

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