Manduria 1992-2012: In questi 20 anni di storia delle apparizioni di Manduria abbiamo assistito a tante maldicenze e calunnie circa la persona della Sig. Debora Marasco. Nonostante i tribunali civili l’abbiano assolta da qualsiasi reato commesso contro la credulità popolare, si continua a parlare di lei gratuitamente attribuendole aggettivi che negli anni si sono fatti sempre più pesanti.

Tutto ciò non ha scatenato reazioni avverse della diretta interessata (ricordiamo che la calunnia è perseguibile penalmente!) che tacitamente continua la sua dura esistenza in quella città di Manduria divenutale ormai ostile a svolgere una vita sociale.

Tutto questo purtroppo influisce negativamente anche nelle persone che le stanno intorno che spesso sono additate “appartenente a …” con le dirette conseguenze del caso. Questo dovrebbe far riflettere fino a quale punto un’anima può spingersi per amore di Dio e alla pesante Croce che ha abbracciato nel portare la Sua parola.

San Francesco di Sales scriveva: “Il maldicente, con un sol colpo vibrato dalla lingua, compie tre delitti.- uccide spiritualmente la propria anima, quella di colui che ascolta e toglie la vita civile a colui del quale sparla”.

In questa sede vogliamo riflettere sugli effetti della maldicenza e della calunnia nella vita di un essere umano e come viene vista agli occhi di Dio alla luce delle Sacre Scritture.

Alcuni “cristiani” diffondono a piene mani (e sia pure non sempre volontariamente) innumerevoli calunnie od interpretazioni calunniose, che provocano divisioni e moltiplicano i rancori. Se costoro avessero avuto il coraggio di recarsi dal loro fratello per un colloquio risolutivo, anziché criticarlo e diffonderne un’immagine sfavorevole, mostrandosi in tal modo sprovvisti d’onestà civile, essi avrebbero evitato di spargere ciò che davanti agli occhi di Dio è pura calunnia. […]

La maldicenza rivela un aspetto ripugnante della natura umana, quando ci si diletta nell’offuscare la reputazione di chi ci circonda, nel distorcere la verità e nel frantumare la serenità dell’esistenza altrui. […]

Ecco la storia di un anziano servitore di Dio, il cui ministero e la sua famiglia erano stati distrutti da una lingua menzognera. Troppo tardi l’autore di quel male riconobbe il suo errore e, con le lacrime agli occhi, si recò dal pastore per chiederne il perdono. “Si, vi perdono, con tutto il cuore”, rispose il vecchio pastore. “Vi perdono, che altro posso fare, come servitore di Dio? Tuttavia vorrei chiedervi un favore. Prendete un cuscino di piume e portatelo in cima alla nostra chiesa, in quel minuscolo vano dove il nostro gruppo d’oranti aveva la consuetudine di raccogliersi in preghiera. Da lassù, aprite il cuscino e disperdetene le piume ai quattro venti; poi venite a riferirmi che cosa avrete visto”.

L’uomo fece quel che il pastore gli aveva chiesto e ritornò dicendo: “Ho fatto ciò che mi avete detto. C’è dell’altro? “Sì”, riprese il pastore, “tornate là sul sagrato e raccogliete tutte le piume disperse al vento!” “Oh, ma é impossibile! Il vento le ha disperse dappertutto”. “Appunto, amico mio” riprese il pastore, “è impossibile”. Le piume sono disperse dappertutto e non potete riportarmele indietro. La stessa cosa è avvenuta per le vostre parole. Il male è stato fatto e in modo irreparabile”.

La maldicenza danneggia assai più la chiesa di quanto non lo facciano altri peccati cosiddetti scandalosi. I cristiani non sembrano rendersi conto che ci sono pochi peccati che la Bibbia condanni con altrettanta severità come essa fa con la calunnia […]

La calunnia è l’atteggiamento consueto di chi non ha il timore di Dio nel suo cuore: “Ciò che esce dall’uomo, questo sì contamina l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo”. (Mc 7,20-23).

Ma perché si fa della maldicenza? L’orgoglio e la superbia sono la principale causa di maldicenza. Il desiderio d’essere “qualcuno”, di prevalere, di farsi un nome o anche solo di voler imporre un pensiero personale, sintomo sempre di un basso livello spirituale, spingono sovente a parlar male degli altri. Si denigra l’altro per esaltare se stesso. A volte non condividiamo ciò che invidiamo. In questo caso le vittime sono quelli che noi riteniamo essere più in alto, più in vista oppure quelli che non hanno le nostre stesse idee. La maldicenza o la calunnia ha allora lo scopo di sminuire la stima che li circonda, di abbassarli di livello per poterli superare. Sono sentimenti carnali che purtroppo covano nei nostri cuori. D’accuse ingiuste e di questo tipo di maldicenza sono state vittime moltissimi uomini di Dio, anche nei tempi passati. In alcuni salmi Davide chiede di esserne liberato: “Aguzzano la lingua come serpenti; veleno d’aspide è sotto le loro labbra. Proteggimi, Signore, dalle mani degli empi, salvami dall’uomo violento: essi tramano per farmi cadere. I superbi mi tendono lacci e stendono funi come una rete, 
pongono agguati sul mio cammino”. (Salmo 140, 4-6).

Allo stesso modo Gesù fu diffamato e calunniato, quando fu condannato sulla deposizione di falsi testimoni. […]

I DANNI DELLA MALDICENZA

La maldicenza è una delle principali cause di amarezza, di liti, di disunione nella famiglia di Dio: “Temo infatti che, venendo, non vi trovi come desidero e che a mia volta venga trovato da voi quale non mi desiderate; che per caso non vi siano contese, invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini” (2Cor 12,20).

La maldicenza non ha mai unito, al contrario, è sempre fonte di separazione: “L’uomo ambiguo provoca litigi, 
chi calunnia divide gli amici” (Prv 16,28). […] Alla base del pettegolezzo, della maldicenza, della calunnia, c’è sempre, oltre che la mancanza del timore di Dio, l’ignoranza. Passare maldicenze ad altri sotto ogni forma, é parte della nostra natura corrotta.[…]

COSA MOTIVA LE MALDICENZE?

– Amarezza: reazione a offese personali.

– Ribellione: giustificare uno spirito indipendente.

– Inganno: credere che non c’è niente di male a passare maldicenze.

– Orgoglio: cercare di mettersi in mostra.

– Colpa: giustificare azioni e atteggiamenti passati.

– Invidia: desiderare ciò che ha l’altro.

COME SATANA USA LE MALDICENZE?

– Per discreditare l’autorità spirituale.

– Per fare in modo che cristiani chiudano il loro spirito verso altri cristiani.

– Per moltiplicare contese e produrre malignità.

– Per dare occasione ai non credenti di beffarsi del cristianesimo e rigettare Cristo. […]

COME IDENTIFICARE UNA MALDICENZA

Cinque domande da porsi, prima di ascoltare un portatore:

– “Qual é il motivo per cui me lo dici?” Per deridere insieme la persona assente, per colpevolizzarla, per distruggerla.

– “Dove hai ricevuto l’informazione?” Il rifiuto di rivelare la sorgente d’informazione è un segnale sicuro di maldicenza.

– “Sei andato da quelli direttamente coinvolti?” La spiritualità non si misura da quanto abilmente riusciamo a esporre i mali degli altri, ma quanto effettivamente riusciamo a rialzare un peccatore.

– “Hai controllato personalmente i fatti?” Anche i “fatti” diventano distorti quando non sono bilanciati con altri fatti o quando sono esposti con motivi negativi.

– “Posso riferire il tuo nome, quando controllo di persona?” Quelli che passano maldicenze spesso si lamentano di essere malintesi. Questo avviene perché le loro parole sono mischiate con impressioni personali che le “tingono”.

La maldicenza contamina nello stesso modo in cui toccando una persona malata contaminiamo le nostre mani, ascoltando un rapporto maligno, contaminiamo la nostra mente. […]

L’infezione é rispondere ad una maldicenza con ragionamenti umani ed emozioni, piuttosto che con discernimento spirituale e amore genuino: “L’ingenuo crede quanto gli dici, l’accorto controlla i propri passi” (Prv 14,15).

L’infezione si manifesta con i seguenti sintomi:

– Credere che la maldicenza sia vera.

– Formare opinioni negative basate sulla maldicenza.

– Fissarsi sugli aspetti negativi della persona coinvolta.

– Interpretare le parole e le azioni della persona come “evidenza del fatto”.

– Giudicare le motivazioni sulla base della maldicenza.

– Ritirarsi nello spirito dalla persona.

– Passare la maldicenza agli altri.

Nel mondo della medicina vi sono stadi di sviluppo di una malattia. Nello stesso modo ci sono stadi di distruzione di una persona spiritualmente piena di salute. La malattia consiste nell’essere controllati mentalmente ed emotivamente dalle maldicenze e dallo spirito distruttivo di coloro che ce le riferiscono. […]

A volte noi non agiamo in base all’informazione, quando invece dovremmo farlo, poiché la contaminazione o l’infezione ostacolano la grazia di Dio in noi. Quando noi sviluppiamo amarezza e ribellione, anche se la persona coinvolta non ci ha offeso direttamente ecco cosa accade:

– C’innalziamo a giudici in faccende che sono responsabilità di Dio e reclutiamo altri “dalla nostra parte”.

– Andiamo alla ricerca di maldicenze e le usiamo per dare la peggiore impressione possibile della persona coinvolta.

– Crediamo che tali azioni stanno mettendo in opera la volontà di Dio invece di realizzare che stiamo dando ai non credenti occasione di bestemmiare il nome di Dio a causa della nostra mancanza di amore genuino. […]

I tentativi di recuperare un credente che è stato colto in fallo, normalmente falliranno, finché la contaminazione dovuta all’ascoltare le maldicenze è purificata e rimpiazzata dallo Spirito di Cristo, ossia Spirito d’amore, umiltà e perdono.

COME PURIFICARE LA NOSTRA MENTE DALLE MALDICENZE

  1. Chiedi a Dio di purificare la tua mente dalla contaminazione delle maldicenze.
  2. Prega che Dio ti dia un amore genuino per chiunque é coinvolto nella storia.
  3. Purifica la tua mente con le Scritture adatte.

Poniti queste domande:

  1. a) Ho accettato la maldicenza come verità? Presunzione é prendere per scontato una storia e credere che sia vera in mancanza di prove contrarie.
  2. b) Ha la maldicenza influenzato i miei sentimenti verso la persona coinvolta?
  3. c) Sento dentro di me quest’urgenza di andare a riferire ad altri la maldicenza?

IO SO CHE IL MIO CUORE É A POSTO:

– Quando perdo quest’urgenza di riferire agli altri i fatti negativi.

– Quando mi sento contristato perché la storia é stata raccontata.

– Quando ho amore genuino per la persona coinvolta nella storia.

– Quando mi sento sfidato a controllare la mia vita per non cadere: “Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca …Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione”(Col 3,8-12-14).

CONCLUSIONE

Dio ci aiuti ad usare bene la nostra lingua: “Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sul tuo santo monte? Colui che cammina senza colpa, agisce con giustizia e parla lealmente, non dice calunnia con la lingua, 
non fa danno al suo prossimo e non lancia insulto al suo vicino” (Salmo 15,1-3).[…]

Impariamo con l’aiuto di Dio a parlare meno, al momento giusto e con parole appropriate: “Come frutti d’oro su vassoio d’argento così è una parola detta a suo tempo” (Prv 25,11).

Non dimentichiamo che un giorno renderemo conto a Dio d’ogni parola che è uscita dalla nostra bocca e saranno le nostre parole che ci assolveranno o ci condanneranno: “L’uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive. Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato” (Mt 12,35-37). (“Il grande ostacolo: la maldicenza” di Pino Tarantino)

 

Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere daivostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra 

avrà una sorte più sopportabile di quella città. 

Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.

Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe;
e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi… 

E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato.
Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; in verità vi dico: non avrete finito dipercorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo…

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli…

Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto.

E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico:

non perderà la sua ricompensa

(Mt 10, 14-42)

“…Ovunque abbiamo manifestato la Nostra Volontà e in molti angoli ne abbiamo stabilito la veridicità, con parole e segnali che sono disprezzati o con tanta poca fede accolti. Io sono angustiata, per il tempo trascorso, che ha trascinato più maldicenza che grazia…” (23.10.1996)

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